Bilibili, molto di più che “Youtube cinese”

riccardo
Fondata nel 2010 e fortemente orientata verso videogames, anime e comics, la piattaforma cinese più “otaku” di tutte, Bilibili, si avvicina al primo decennio di età con un’offerta contenutistica che le vale da ormai diversi anni il titolo di vero e proprio “Youtube” cinese.
Quotata al NASDAQ e caratterizzata da un pubblico marcatamente giovanile, ha ultimamente ampliato la propria rosa di servizi per favorire la creazione di contenuti da parte dei propri utenti, per andare incontro ai gusti della Generazione Z e dare maggior peso e legittimità al proprio stile di intrattenimento. Bilibili è tuttavia un player decisamente atipico nel panorama delle app cinesi.
Quali sono dunque i core business della piattaforma? Al momento le tre industry su cui Bilibili si sta concentrando comprendono, in ordine di importanza:
a. Mobile Games, prodotti e sviluppati attraverso la collaborazione con software house esterne;
b. Live Broadcasting ed annessi servizi premium, che si sono dimostrati la vera forza trainante della sua nuova strategia di espansione;
c. E-commerce ed advertising, che nonostante i vari tentativi dal 2018 sembrano ancora ai primordi, sia per la scarsa integrazione con i contenuti proposti, sia per feedback da parte degli utenti. 
Come dialogano insieme queste tre macro-attività? Molto semplice, il management team di Bilibili si prefigge il compito di creare l’insieme di servizi più comprensivi possibili diretti ai bisogni e al lifestyle della Gen Z. Per raggiungere questo scopo, la piattaforma ha investito molte risorse nello sviluppo di mobile games, in modo da sfruttare il bacino d’utenza costruitosi negli anni per assicurarsi una buona base di ricavi. 
Allo stesso tempo, la strategia della piattaforma ha continuato ad evolversi a livello artistico, promuovendo da una parte partnerships con emittenti esterne (importante l’accordo raggiunto con Discovery per il mercato cinese e l’esclusiva per i campionati di League of Legends), e rivestendo dall’altra il ruolo di produttore (strizzando l’occhio a Netflix e Amazon), con show ed eventi anche offline dedicati sia all’utente premium che all’utente freemium.
Proprio in questo ambito infatti Bilibili ha registrato nell’ultimo quarto del 2019 una crescita year-over-year del 183%, contro appena un 22% lato gaming, complice un mercato già saturo. Non solo, Bilibili si propone al proprio pubblico anche come educatore, con semplici software di editing video utili per creare contenuti sulla piattaforma (simili a youtube studio) e corsi per i propri subscribers sia di ambito artistico che musicale. 
Sì ok, ma l’e-commerce? Per il momento è il settore meno sviluppato e che presenta i tassi di crescita più bassi per la piattaforma, seppure non manchino streamer e vlogger con i loro contenuti sponsorizzati. A fronte di svariati tentativi da parte di Bilibili per integrare queste particolari funzioni al suo interno, ad oggi è dunque poco chiaro il motivo per cui questo settore stenti a performare quanto all’interno di altri canali affini. Fatto sta che con un’audience da oltre 130 milioni di utenti attivi ogni mese i presupposti per crescere ci sono eccome, senza trascurare poi il fatto che l’emergenza coronavirus ha portato grossi benefici, seppur situazionali, al valore della piattaforma. Evidentemente questa strada richiede un approccio meno “diretto” alla vendita e più focalizzato all’informazione ed ai contenuti, un “palco” da cui raccontare il proprio prodotto.
Bilibili è un player decisamente atipico nel panorama delle video app cinesi. Finanziata dai colossi Tencent ed Alibaba, cerca di evolvere il proprio mix di servizi per andare incontro alle esigenze di un target molto volubile. Insomma, si tratta di una piattaforma da tenere decisamente sotto stretta osservazione.

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